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capitolo sesto 187


Non si può dubitare che Colombo compiendo la revista degli equipaggi, non abbia loro, secondo le sue abitudini, fatto un discorso, e che cedendo al bisogno del suo cuore, non abbia parlato di Dio, nelle cui mani dovevano tutti fidare l’anima loro. Qualunque fosse la risoluzione di quegli uomini, approssimandosi il momento della partenza, una grande apprensione conquiseli. L’imminenza del pericolo in una simile spedizione rivolse i cuori verso il Padre delle misericordie. Tutti pensarano a riconciliarsi con Dio, a confessarsi e ad ottenere l’assoluzione delle loro colpe. Dopo di che, andarono insieme processionalmente al monastero della Rabida, avendo alla testa il loro comandante, per implorare l’assistenza divina, e porsi sotto la protezione speciale della Santa Vergine: udironvi la Messa, e ricevuta la santa Eucaristia dalla mano del padre Juan Perez de Marchena, tornarono in processione alle caravelle.

Fu questa una mesta e commovente cerimonia. Tutta la città di Palos era intenerita come i marinai, e molte furono le lagrime versate nella cappella della Vergine.

Affine di profittare del primo vento d’est che si levasse, fu vietato agli equipaggi di allontanarsi dalle navi, e non fu permesso neppure agli ufficiali di dormire a terra. Dovea venire inalberata la bandiera a segnale della partenza. Avendo Colombo comandato che lo si avvertisse appena cominciasse a soffiare il vento desiderato, abbracciò il figlio Diego, restituitogli dal suo generoso istitutore Juan Perez; e avendo fidato al buon abate Martino Sanchez e a Rodriguez Cabezudo, accorsi da Moguer per ricevere il suo addio, la cura di condurre Diego a Cordova, asua moglie dona Beatrice ove doveva finire la propria educazione, egli fece ritorno alla sua cella della Rabida.

Da questo momento pare che non abbia comunicato altro che col venerabile Juan Perez de Marchena. Nulla preoccupavalo, ne il timore, ne l’idea del pericolo: non si dava più fastidio degli uomini; avviato a scoprire segreti forse formidabili, occultati alla curiosità degli uomini dacchè il mondo era creato, ei passava il suo tempo a consultar Dio, ad ascoltarlo, a purificare il cuore, per meritare di costituirlo tempio dello Spirito Santo. La propria conoscenza delle Sante Scritture ampliavagli