Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/244

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236 libro primo

le: «quali saranno i benefizi che si potranno ritrarre da questa regione, è appunto ciò che non iscrivo. È certo, Signori Principi, che dove sono simili terre, vi debbono essere cento cose profittevoli..... e col volgere del tempo si saprà quali vantaggi esse possono procurare.»

Avendo intuitivamente una chiara nozione dei vantaggi ritraibili da quel paese, dopo avere contemplate le armonie, ammirato lo splendore, vantato qual poeta, naturalista e uom di mare la ricchezza della sua vegetazione, la bellezza delle sue acque e de’ suoi porti, Colombo afferma che le sue scoperte, hanno aperto nuove vie all’incivilimento; che la Cristianità, sopratutto sarà per cavare gran prò da quelle remote regioni; e abbandonandosi all’espansione della sua intuizione, illuminato dall’alto, osa dare un consiglio e una specie di precetto ai Sovrani suoi signori: con una libertà tutta cristiana dichiara loro che non devono permettere ad alcuno straniero di dimorare in paese così fortunato, a meno che la purezza della sua fede non sia manifesta; perchè, essendo questa scoperta fatta in nome di Gesù Cristo, per la gloria del Redentore, e la dilatazione della Chiesa, non è giusto che l’eresia e l’incredulità usurpino il conquisto della fede cattolica. Riassumendo il suo pensiero, indirizza ai Monarchi queste parole: «dico che le Vostre Altezze non devono permettere ad alcuno straniero di porre piede in questo paese, e di negoziarvi, se non è cristiano cattolico, e a nessuno Spagnuolo di stanziarvi, se non è buon cristiano; poichè il disegno e l’esecuzione di questa impresa non ebbe altro scopo che la diffusione e la gloria della Religion Cristiana. »

Non ostante la trascuratezza del suo dire spontaneo, queste parole suggerite dalla vista delle nuove magnificenze, e scritte quarantasei giorni dopo il primo sbarco all’isola di San Salvadore, durante, anzi prima che se ne compiesse interamente la scoperta, vogliono esser notate. Queste parole, non meno che la loro data, hanno un’importanza decisiva per fermar bene il carattere reale dell’impresa di Colombo: non è più permesso di porre in dubbio i veri motivi che guidavano il Messaggero della Croce, e d’ingannarsi sullo scopo che si proponeva. La gloria di Gesù Cristo, la diffusione della sua Chiesa, e per conseguenza