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capitolo ottavo 253

l’aiuto di tai potenti stranieri sarebbe salvo da’ Caraibi. Per confermarlo nella sua fidanza, l’ammiraglio gli mostrò la efficacia delle armi spagnuole, la balestra, gli archi moreschi, e ciò che potevano le artiglierie; e così facendo, mentre gli provava come sarebbe terribile ai Caraibi, voleva ispirargli altresì il rispetto che comanda la forza, affinchè, occorrendo, il timore supplisse alla benevolenza. La costruzione di un picciol forte venne dunque decisa. Questa improvvisata fortezza diventava, inoltre, una prova di priorità e di possesso da parte degli Europei.

Col volgere de’ giorni le relazioni fra l’ammiraglio e Guacanagari erano diventate sempre più intime. Il principe sentiva per Colombo un’ammirazione piena di rispetto e di fiducia: la sua intelligenza stimolata da una viva curiosità, cervava di sollevarsi verso quegli ospiti misteriosi, di comprenderne la natura e di adottarne gli usi. Egli era di una gravità piena di nobiltà e cortesia. Mentre i suoi ufficiali e il suo popolo avevano una passion matta pei sonagli, che chiamavano chuq, chuq, e andavano in estasi a mirare le bagattelle di vetro che scambiavano con oro, cotone e viveri, ei preferiva guanti ad ogni altro oggetto, e in cambio di maschere e specchi chiedeva un vaso di terra col suo catino per lavarsi le mani dopo il pasto, invece di fregarle con erbe odorifere, come faceva prima di aver veduto europei. Ei possedeva l’istinto della gerarchia, della dignità e del comando. La generosità parevagli connaturale. Non fu mai che parlasse all’ammiraglio senza presentargli un qualche regalo: e dava da monarca, pel solo piacer di dare, per sua reale soddisfazione. L’etichetta della sua agreste corte offeriva i principii di un incivilimento nascente, che non mancava di eleganza e di ricercatezza nella sua semplicità.

Nondimeno l’attaccamento che Guacanagari mostrava agli Spagnuoli non vuol essere confuso coll’ammirazion generale per la superiorità degli uomini divini: ciò che l’attraeva era particolarmente la persona di Colombo. I selvaggi, del paro che i fanciulli, giudicano per istinto delle cose che non possono spiegare, le persone e i sentimenti: essi non s’ingannano su quelli che amano. Il leale e semplice sovrano di quel paese