Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/270

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262 libro primo

ve li rimescolò. L’equipaggio lo circondava, tutti secondo il proprio grado ordinati.

Spettava all’ammiraglio di cominciare: mise la mano nel berretto, e ne cavò il pisello improntato della Croce. Poco dopo, sotto il terrore del crescente pericolo, fu fatto un altro voto: trattavasi di andare in pellegrinaggio a Nostra Signora di Loreto negli Stati Pontificii. Questa volta la sorte cadde su Pietro di Villa, marinaio di porto Santa Maria. Siccome egli non era in istato di sostener quella spesa, l’ammiraglio s’incarico di provvedervi. Alquanto più tardi il raddoppiamento della tempesta ispirò un terzo voto. Fu tratto a sorte per andare alla chiesa di Santa Chiara, a Moguer, far celebrare una messa, e passar tutta una notte in orazione davanti l’Altar maggiore: e di nuovo l’ammiraglio trasse dal berretto il pisello improntato della Croce. Indi fecero tutti insieme il voto di andare in processione a piè nudi e in camicia alla chiesa di Nostra Signora la più vicina della prima terra su cui sbarcherebbero.

Non è parola ch’esprimer possa l’abbattimento degli animi: tutti credevano che la Pinta fosse perita: ciascuno si raccomandava in particolare al proprio patrono, o a Dio; ma nessuno osava sperare: tutti si tenevano perduti nè restava alcuna umana speranza di salute. La caravella pativa tanto più orribilmente perchè mancava di zavorra, non avendo l’ammiraglio potuto giungere «all’isola delle Donne,» in cui si proponeva di caricarne. Il consumo de’ viveri, l’esaurimento de’ barili d’acqua e di vino, l’avevano così fattamente alleggerita, che andava in tutti i versi, come non fosse più governata: l’equipaggio si abbandonava alla disperazione.

Lo stesso Colombo sentiva quasi venir meno la costanza. Il suo cuore più agitato del mar fortunoso, scendendo dalla confidenza al dubbio, e dal timore alle angosce, si elevava e si abbassava alternativamente come i flutti nell’Atlantico: lo ha raccontato egli stesso: attribuiva questa debolezza all’insufficienza della sua fede. Da un lato, quando rammentava le circostanze prodigiose della sua scoperta, i favori che Dio gli aveva impartiti, concedendogli un trionfo così grande, rivelandogli