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314 libro primo

una manifesta ricompensa della sua fede, si aggiungevano simpatie delicate, molta conformità di pensieri, e vi si mescolava altresì una tenerezza quasi filiale. Dal canto suo, meglio di qualunque altro uomo, Colombo apprezzava l’adorabile Sovrana, conoscendo qual tesoro di virtù racchiudeva quell’anima virile e verginale, la quale velava con una cura pudica la sua squisita sensibilità, sotto le apparenze della fredda ragione e della gravità del comando.

È gran jattura che il lungo carteggio fra la Regina e l’ammiraglio si riduca ad alcuni frammenti di lettere ufficiali, la maggior parte brevi e di mediocre interesse. L’ultima lettera che Isabella scrisse all’ammiraglio, mentre partiva pel suo secondo viaggio, mostra con quale lucidità di spirito, e quale curiosità scientifica ella s’interessava alla scoperta.

Venti giorni prima di quello in cui Colombo andava di bel nuovo a interrogar gli spazi dell’Oceano, la Regina, nel mandargli il libro della sua navigazione, rimastole in mano, e ch’ell’aveva fatto copiare, lo assicurava, che, eccettuato lei ed il Re, nessuno al mondo ne aveva letto parola: gli diceva, che quanto più lo rileggeva, tanto meglio convincevasi come la sua scienza superasse la posseduta da ogni altro mortale: insisteva per aver notizie idrografiche e geografiche, che le facessero seguir meglio sulla carta la via da lui presa per andare alle isole e alle terre scoperte: dimandava che notasse i gradi, misurasse le distanze sopra una carta, promettendo di tenerla nascosa, se così bramava: per alleviargli la fatica delle sue osservazioni, lo consigliava di condur seco un buon astronomo; e prevenendo i suoi voti, con accorgimento cordiale proponevagli il suo fedele amico, il Guardiano della Rabida, il padre Juan Perez de Marchena, «perchè egli è buon astronomo, diceva, e mi è sembrato sempre in intera conformità di sentimenti con voi;» e al tempo stesso, per abbreviare i ritardi, inseriva nel suo dispaccio un ordine firmato in bianco, affinch’egli scrivesse il nome dell’astronomo che voleva scegliere.

Qui cade in acconcio di aggiungere una parola su questo dotto Francescano, a cui l’erudizion protestante ha voluto contrastare la individualità, non potendo negargli la scienza. Fu