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336 libro secondo

Al tempo stesso si seminavano intorno all’abitato legumi e cereali, che nascevano e crescevano con una maravigliosa prestezza. Gl’Indiani, assicurati dall’affabilità dell’ammiraglio, mostravansi solleciti in aiutar gli Spagnoli nei loro lavori, lieti di vedersi rimunerati con alcune bagatelle d’Europa.

Affine di affrettare la costruzione d’Isabella, prima città castigliana nel Nuovo Mondo, Colombo fervorosamente affaccendavasi. Questa fatica incessante logorò le sue forze; ammalò, ma il suo spirito non perdette nulla della sua operosità. Mentre vegliava alla fondazione della colonia, s’informava dei mezzi da poterla rendere prospera: interrogava di frequente i naturali sull’interno dell’isola, e mandava una caravella a farne il giro e rilevarne le coste. Riteneva che Isabella avesse ad essere come il mercato naturale delle miniere d’oro di Cibao, posto a tre giornate di cammino. La gioia di questa notizia fu scemata dall’invasione di una malattia quasi epidemica, sotto cui venne meno il coraggio de’ più arditi venturieri della spedizione.