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364 libro secondo

datesi così insieme le due parti interessate, parea che la modificazione della Bolla non dovesse tardare.

Ma quando nella Bolla di scompartimento il Santo Padre dichiarava di aver fatto la sua donazione per impulso spontaneo della propria liberalità, senza riguardo ad alcuna istanza, ed operando in virtù delle prerogative apostoliche, egli attestava una verità non meno formale che imponente. Perciò, rispettando egli stesso quella donazione incomparabile, indipendente d’ogni movente umano, ed a cui mostrava per primo, di riconoscere il carattere d’una benedizione divina, il Sommo Pontefice rimase immoto nella sua precedente determinazione: rifiutossi alle modificazioni proposte dalla Spagna, nè fece caso veruno degli ostinati richiami e delle supplicazioni ossequiose del Portogallo. Il Santo Padre aveva sentenziato in qualità di Capo della Chiesa; la sua parola già sussisteva nel tempo, irrevocabile come la perfezione e la indifettibilità. Tuttociò è strano e maraviglioso. In tale occorrenza il più gran santo e il più gran genio, associati, non avrebbero potuto far meglio di Alessandro VI. Tuttavia, affine d’imporre un termine a que’ lagni, e per provare l’immutabilità della sua risoluzione, il Papa pubblicò, il 26 settembre, una Bolla, colla quale, mentre confermava la sua donazione al Re di Spagna, la estendeva invece di restringerla. Questa Bolla assumette titolo dal suo oggetto, e fu chiamata, in diplomazia, la Bolla di estensione, Bula de extension.

Da quel punto la controversia si trovò ristretta fra le due corone.

L’ostinazione del Portogallo, e la condiscendenza della Spagna, la qual mirava a non alienarsi un alleato, cui nuovi legami di sangue dovevano stringerla sempre più, fecero che di comune accordo, esaurita ogni finezza diplomatica, fu deciso, in un trattato firmato il 7 giugno 1494 nella citta di Tordesillas, di stare a ciò che determinerebbe una commissione di dotti, composta in numero eguale di Castigliani e di Portoghesi, incaricata di correggere i pretesi errori della Bolla. Nondimeno, come se avesse sentito il pericolo di metter mano alla decisione pontificia, Isabella non si determinò che tardi, il 5 giugno, solo due