Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/57

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introduzione 49

che ha pubblicato Humboldt con titolo di Esame critico della Storia della Geografia del nuovo Continente: e pertanto questi due libri costituiscono l’unico fondamento della scienza e della storia, relativamente alla scoperta del Nuovo Mondo: l’uno per la sua gran voga, l’altro per la sua autorità magistrale, hanno fermata l’opinione: le accademie, le società dotte, gli astronomi, i naturalisti, gli uomini di mare sopratutto non hanno intorno Colombo altre idee che l’emesse da Humboldt: noi medesimi avevamo creduto a modo suo prima di esaminare le cose coi nostri propri occhi. Ma qualunque sia la stima che facciamo de’ suoi giudizii, quanto a scienze fisiche, siamo costretti a confessare che nella sua storia della geografia del Nuovo Continente, in mezzo a discussioni altrettanto rapide quanto luminose, e in tutto degne del loro autore, gli alti e sopra tutto i pensieri di Cristoforo Colombo furono interpretati da uno spirito straniero, e, ci sia permesso di dirlo, antipatico alla natura di lui.

Fra’ due generi d’intuizione di Colombo e di Humboldt si apre un abisso più grande dell’Atlantico: ambo viaggiarono il globo, Colombo per mare, Humboldt per terra: ambo osservarono il creato con attenzione curiosa; ma ciascuno sotto l’aspetto particolare delle proprie credenze, e delle proprie predisposizioni morali.

Colombo, ardente discepolo del Verbo, pieno di una fede gagliarda, maravigliava all’aspetto della munificenza del suo Creatore: la sua contemplazione, seminata di estasi, riboccante di poesia, s’innalzava come un inno colla melodia dei zefiri impregnati de’ profumi sconosciuti di quelle nuove regioni. Quantunque accogliesse nella vastità del suo spirito l’impressione molteplice delle armonie terrestri, pure Humboldt non si dipartì mai dal sangue freddo filosofico dell’osservazione, e non si lasciò trarre fuori de’ limiti dell’apparenza.

Mentre nelle sue esplorazioni Colombo scopriva incessantemente Dio, suo benefattore e suo maestro, Humboldt non è giunto mai che a riconoscere le grandi forze della natura, le leggi della natura, la maestà della natura.

Colombo aveva una fede implicita nell’ordine provvidenziale, nell’azion divina che si manifestava in lui e per lui: le comunica-

Roselly, Crist. Colombo. 4