Pagina:Crooks - Perchè l'operaio inglese difende la sua casa, Milano, Istituto Italo-Britannico, 1918.djvu/11

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ruolarono volontari a migliaia, prima assai che si parlasse di coscrizione obbligatoria, e stanno sopportando stenti e fatiche senza un lamento. Lasciarono le loro case, le loro mogli, i loro bambini non solamente senza lagnarsi, ma col sorriso sulle labbra. Nelle nostre vie di Poplar, udiamo racconti di chi si guadagnò le strisce da sergente e partì per la Francia dove morì dopo tre settimane; di chi saltò in aria in un combattimento navale; di chi, ferito e guarito è tornato laggiù, in trincea.

L’esempio di quegli eroici ragazzi ebbe un effetto meraviglioso su quelli che son rimasti a casa. Io so di uomini che erano fannulloni e beoni: ebbene; i loro cari sono andati in guerra, ed io ho visto costoro cambiar vita. Ora non bevono più, tornano a casa presto la sera e di giorno si adattano al lavoro. E, se viene loro recata la notizia che il loro figlio è morto sulla Somme, sull’Ancre o ad Ypres, essi la ricevono con dolore, ma serenamente. Sembrano dire: «devo cercare di rendermi degno dei miei figli soldati».

Quando vidi che il popolo di Woolwich (il mio collegio) era tutto compatto per la guerra, non mi sorpresi perchè Woolwich vive principalmente della produzione di materiale guerresco. Ma a Poplar la cosa è ben diversa. Qui la guerra non poteva portare che maggiore povertà alla nostra gente già povera e rialzare il prezzo dei viveri, accrescere la disoccupazione; ed è quello che accadde in principio. Più tardi vi fu invece un’abbondante richiesta di mano d’opera. Ma anche quando le cose avevano l’aspetto il più fosco, noi non esitammo; restammo saldi. Abbiamo, è vero, un piccolo gruppo di pacifisti, ma si può giudicare della sua importanza dal fatto che, quando tiene i suoi comizi, l’assemblea è generalmente composta da cin-