Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/139

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ambedue questi ordini di menti credettero i nostri maggiori degni di rispetto e d’imitazione per l’eccellenza della loro natura, e di gratitudine per li benefici che fanno alla razza de’ mortali. Ma a queste veritá gli stolti molti errori hanno aggiunto; prima creando nella loro fantasia i dèmoni ed i geni malefici, quasi fosse possibile alle menti deviar mai da quella legge che forma la stessa loro natura; poscia, ora rivestendo queste menti di corpi, ora fingendo tra esse e gli uomini altri modi di comunicazione oltre quelli della sapienza e della virtú; e quindi tutti quegl’incantesimi e quelle stolte divinazioni, che disonorano la ragione e corrompono il cuore de’ popoli (O. Finché noi sarem chiusi tra i vincoli di questo corpo, non sapremo mai ciò che gli dèi han disposto di noi nell’ordine di cose che verrá dopo la nostra morte. Il volgo vuol sapere un modo: convien soddisfare al volgo. Ma guai al savio, se, dal trovar falso questo modo, voglia giudicar falsa anche la veritá che con questo modo si spiega! Iddio ha consegnato il mondo alla disputa dell’uomo, e queste diversitá di pareri, lungi dal distruggere la veritá, la confermano, perché fan conoscere che essa è possibile in tanti modi diversi. Che importa che il volgo creda al tartaro o agli elisi in un modo o in un altro? TI savio si ritira in se stesso, riconosce che la nostra niente è una particella della divinitá, che noi non moriamo. Vede in questa massima il fondamento della morale umana, e tenta di stabilirla e diffonderla, non con misteri ristretti agli abitanti di una sola cittá, come voi ateniesi facevate; non con istorie, che ciascuno può credere e non credere; ma con ragioni tratte dall’intrinseca natura delle menti di tutti gli uomini, e dalle quali nessun uomo possa opporre altro che l’ostinazione. P£cco il primo dovere del savio. Il secondo è quello di compatire il volgo, che cerca ad ogni momento delle cose sensibili, ed i filosofi, che, per stabilir la virtú, si adattano talora al desiderio del volgo. — (i) Di tutto ciò che si è detto, vedine le prove nell’Appendice I.