Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/202

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stanza ove dimorava il grande uomo: «Platone ed il suo discepolo Cleobolo al padre della storia greca». Né io, parlando delle cose de’ turi, obblierò te, savio autore di giustissime leggi, Caronda; te, cui Turio deve la sua presente felicitá, e da cui Sibari avrebbe ottenuta la durata della sua grandezza, se i perversi costumi degli uomini non avessero fatte obbliar le tue leggi! (0. Ho visto il monumento che i turi hanno elevato alla di lui memoria. Caronda avea per legge vietato di entrar armato ne’ comizi. Or avvenne che un giorno, ritornando dal campo, armato qual egli era, riceve la nuova di una sedizione che ne’ comizi erasi destata. Corre, e non avverte a deporre la spada. — Tu sei reo di morte, o Caronda — gridarono allora i sediziosi, i quali temevano la di lui presenza. — Quella tua spada ha rotte tutte le tue leggi. — Questa spada, invece, le confermerá — rispose il savio. E, cosí dicendo, se la conficcò nel petto. L’iscrizione, che è scolpita sul piedestallo della sua statua, rammenta tali parole; e poi vi si leggono aggiunte queste altre: Ottime leggi danno sempre coloro i quali sono deliberati AD ESEGUIRLE ANCHE SULLA PROPRIA PERSONA; PESSIME, AL CONTRARIO, QUELLI I QUALI, IMPONENDOLE AGLI ALTRI, VOGLIONO ESSI RIMANERNE SCIOLTI. Io stetti piú di mezz’ora immobile, ora volgendo gli occhi alla statua, ora all’iscrizione... Guai a colui che non è convinto della sua veritá! Nelle leggi di Caronda vi sono molte parti degne di osservazione. Egli cangiò gli antichi ordini sulla tutela degli orfani. Prima di lui, tanto le persone quanto gli averi di costoro eran commessi alla fede de’parenti del padre; e tali ordini eran comuni a tutta l’Italia ( 2 ). Caronda dispose che gli averi (1) Qui pare che Caronda si faccia piú antico di quello che comunemente si crede. Vedi l’Appendice I. (2) Era tale la tutela romana. Ein.viccio, Antiquilates Romanae, libro I.