Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/209

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mai nessuno di costoro. Ma, se mai gli scherzi de’ nostri poeti, che giá sono convertiti in rabbia, offenderanno un potente, spero che un giorno costui li costringerá ad una decenza maggiore. Alesside ha un figliuoletto, per nome Stefano, il quale giá mostra le piú felici disposizioni per la commedia. Forse un giorno eguaglierá il padre. Ed io giá ho detto a costui: — Stefanuccio porterá la buona commedia in Atene. La vita di un uomo solo non basterebbe ad emendarci dai tanti vizi, onde è turpe il nostro teatro. Tu ne lascerai la cura al tuo erede («). — Alesside crede che il divieto di nominar le persone renda la commedia e piú bella e piú utile: piú bella, perché piú vera; piú utile, perché piú giusta. — Se potrai nominar Socrate, ti sará facile comporre le Nuvole; se il nominarlo ti è vietato, tu sarai costretto ad osservare con maggiore attenzione le sue minime tinte e ad esprimerle con esattezza maggiore, onde poterlo, anche non nominato, far riconoscere. I tuoi quadri dovranno perciò esser meglio disegnati. Se potrai nominar un vizio col nome proprio, non sarai obbligato a descriverlo: le tue idee si presenteranno agli altri in un modo tutto intellettuale, e diventeranno piuttosto soggetti di ragionamento che di sensazione. Noi non sogliam ridere udendo la parola e zoppo», sebbene molte volte, vedendo uno zoppo, ridiamo. Or eccoti tutto il segreto della buona commedia. Se non farai altro che dar del «zoppo» a colui che è l’oggetto della tua censura, sarai villano e non scherzevole; desterai contro di lui disprezzo, odio, tutto, fuorché riso. Vuoi tu farmi ridere? Non ti basta nominare lo «zoppo»: devi descrivermelo, quasi farmelo vedere. Or, se Aristofane non avesse potuto nominar Socrate, non mai la vostra commedia avrebbe avuto ad arrossire della morte del piú giusto tra i greci. Ben avrebbe Aristofane potuto mostrar sulle scene un uomo sospeso a mezz’aria in un canestro, insegnando ai figli a bastonare il padre ed ai debitori a truffare i loro creditori. (1) Stefano, figlio di Alesside, fu anch’egli poeta comico e padre di Menandro, che fu l’autore della commedia ateniese detta «la nuova».