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82 | platone in italia |
poteva opporre? Nulla innovò nella religione allora praticata, ma disse che il principal atto di ogni religione era la virtú. Avvezzò in tal modo gli uomini a paragonarla colla morale, e questo col tempo dovea bastare a purificarla. Egli non era inesorabile se non sulla morale. Solo nella morale gli uomini doveano esser convinti; se vi fosse stata necessitá, anche costretti. In tutto il dippiú diceva dover essere istruiti e tollerati.
Parlò al popolo de’ suoi piú cari interessi, e ne parlò col linguaggio che piú conveniva al popolo, cioè con parabole e proverbi. Se è vero che gli esempi muovon piú de’ precetti, le parabole, le quali non sono altro che esempi, debbon muovere piú degli argomenti.
Proverbi, e proverbi popolari, sono tutte quelle sentenze pitagoriche, che a voi sembrano inintelligibili, tra perché ignorate i costumi de’ popoli per li quali sono stati immaginati, tra perché vi ricercate sempre sensi piú sublimi e misteri piú alti di quelli che naturalmente ci si comprendono.
Cosí, per esempio, volea Pittagora insegnare il rispetto agli dèi? Diceva: — Va’ al tempio, e non ti volgere a fare o a dir cosa che appartenga alla vita. Scalzo, sacrifica ed adora. A niuna meraviglia degli dèi e degli oracoli divini non negar fede. Soffiando il vento, adora quel suono. Quando il cielo tuona, tocca la terra. —
Volea ispirare rispetto ai principi? Diceva: — Non lacerar la corona. Contro l’astro non estendere il dito. Non parlar contro il sole. Non far acqua contro il medesimo. —
Voleva ispirar la concordia? — Riinovi ogni punta ed ogni taglio. Non ferire il foco con la spada. —
— Non alimentate animali di ugne adunche. Non ricevete le rondini sotto il tetto — diceva a coloro ai quali volea consigliare di sfuggir le amicizie funeste.
Sarebbe impossibile, forse inutile, e certamente noioso, annoverarli tutti. Ma credete voi che tutti sieno stati inventati da Pittagora? Io credo quasi nessuno. Eran giá molto in uso tra i popoli, e nascevan dai loro costumi antichissimi. — Getta sassi sul luogo sparso di sangue umano — dice Pittagora. Questo