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lxiv - storia e costituzione di roma 141

del popolo. Oggi non può. Ci si era promesso che noi romani avremmo eletti i nostri magistrati. Perché dunque li elegge il senato? Ed ecco che Valerio (il compagno di Bruto), rimasto solo nel consolato, edifica sulla cima di Velia la casa, onde poter, come da un castello, dominar tutta la cittá... —

Valerio amava veracemente la patria sua. Demolí la sua novella casa. Rinnovò la legge della provocazione al popolo. Indi si stabili che il popolo istesso avrebbe nominati i consoli, e si riserbò al senato il solo diritto di promulgarne la nomina in proprio nome1.

Incominciano a sorger ordini di governo libero. Incomincia il popolo ad aver leggi. Ma i padri, ancor prepotenti, tutto giorno le infrangono, ed impunemente; perché per l’ordinario le offese fatte al pubblico non son fatte a nessuno. E l’abuso si spinse tant’oltre che la cosa si ridusse ad aperta sedizione: la plebe si ammutinò e si ritirò sul Monte Sacro.

E qui, o Platone, cessa la storia ideale possibile, e viene un fatto unico, incredibile, quasi impossibile, o tale almeno che l’eguale non si ritrova nella storia di nessun altro popolo. La plebe si mette in aperta sedizione, si ritira sul Monte Sacro, ed ivi se ne sta parecchi giorni senza trascorrere a nessuna violenza, evitando finanche la villania delle parole, tanto facile e tanto scusabile in chi reclama i propri diritti. A dirti il vero, io non posso dar ragione di tale avvenimento altrimenti che reputandolo quasi moralitá di tutta la favola romana. Con questo esempio si c voluto mostrare quanto possano i buoni costumi, l’amor della patria, il rispetto per gl’iddii.

La plebe chiese ed ottenne magistrati propri. Si chiaman «tribuni», debbono esser plebei, eletti dal popolo riunito in tribú, specie appunto di assemblea nella quale prevale il voto del numero maggiore. La legge li dichiara inviolabili e santi. Nulla

  1. «Auctor esse»: espressione la quale può aver doppio significato: «proporre» e «promulgare». Forse al senato conveniva e l’uno e l’altro. È certo però che, nel caso del quale si tratta, bisogna dare alla espressione latina il secondo significato: «ut quidquid populus iussisset, senatuse auctor esset».