Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/174

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nulla! (*). Ma due volte guai a quell’altra, in cui, non avendo nulla, nulla chiede ! È segno che la miseria gli abbia tolto non solo, come dice Omero, la metá dell’anima, ma anche l’ultimo spirito di vita che ci rimane nelle afflizioni, e che consiste nel lagnarsi. È necessario però che il popolo e pretenda con modestia, e riceva con gratitudine, e non cessi mai di sperare. E tu hai ben detto che questa temperanza del popolo romano ti sembra nella di lui istoria tanto ammirabile, che quasi la riponi tra le favole milesie e le altre tali che le nostre nudrici narrano ai fanciulli ( a >. Ma sai tu donde vien questo costume, che tanto straordinario a te sembra? Dal rispetto estremo che i romani hanno per la loro religione e per gli usi de’ loro maggiori. Ecco i due cardini, sui quali tutta si aggira la macchina della loro cittá (J>. Finché durerá tal moderato costume, Roma continuerá a prosperare. Ma rovinerá appena la plebe vorrá tutto ed i padri non avran piú che cedere. Imperciocché, dopo aver eguagliati a poco a poco gli ordini, si vorranno eguagliare anche gli uomini ; dopo aver eguagliati i diritti, si vorrá l’eguaglianza anco dei beni: e sorgeranno da ciò dispute eterne e pericolose. Eterne, perché la ragione delle dispute sussisterá sempre: vi saranno sempre poveri, vi saranno sempre uomini da poco, i quali pretenderanno e crederanno di meritar molto. Pericolose, perché tali dispute moveranno sempre la parte piú numerosa del popolo : i poveri, gli scioperati, i viziosi, tutti coloro i quali, nulla avendo che perdere, non ricusan qualunque modo loro si offra a guadagnare. La popolazione di Roma crescerá, ma credi che perciò crescerá il numero de’ savi e de’ buoni? Le assemblee diventeranno piú tumultuose, le decisioni meno prudenti. I cittadini dalle sedizioni civili passeranno alla guerra. Fra tanti partiti nascerá la necessitá che ciascuno abbia un capo; tra tanti capi uno rimarrá vincitore di tutti. Ed avrá fine cosí la lite e la vita della cittá. (1) Aristotele, Politica . (2) Anche Machiavelli ha notato questo temperante costume del popolo romano. Discorsi, libro i. (3) Polibius*.