Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/177

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1 2 3 4 5 LXVII - STATO POLITICO DELL’ITALIA 171 credo superfluo il ripeterle. Rompe Roma gli antichi patti e quella comunione, non solo di armi e di leggi, ma anche di religione e di matrimoni, che l’univa ad Alba; si ribella, vince Alba in guerra, la distrugge ed incomincia a dominar sola tutt’i latini albani Oggi signoreggia i latini rubuli, signoreggia tutto il Lazio ch’è tra il Tevere, l’Aniene, l’Ufento ed il mare, e vi esercita impero molto piú forte del nostro: poiché, sotto le apparenze di alleanza e di eguaglianza di diritti, la ragione del comando sta tutta intera ed indivisa in Roma; ed i latini, in apparenza soci, non possono neanche armarsi, per difender loro stessi dalle incursioni degli ernici e dei volsci, senza il consenso de’ romani (*). A questo impero aggiugni tutto quello che giá Roma possedeva fin dai tempi piú antichi ; aggiugni gran parte delle terre de’ sabini e tutta o quasi tutta l’Etruria. Rimangono ancora i volsci e gli ernici, i piú potenti, in veritá, ed i piú ostinati tra i nemici di Roma (3); ma che resta loro ornai, oltre il nome dell’antica potenza? Anzio, loro principale cittá, indispensabile alla difesa, opportunissima al commercio, i volsci l’hanno perduta sono giá centoventidue anni UL Nell’ultima pace stipulata per conservar le terre e le proprie leggi, sono stati costretti a rinunciare all’armi proprie ed obbligarsi a militar sotto le insegne de’ romani (s). So bene che, ristorati dalli danni sofferti, tenteranno nuovamente le sorti della guerra; ma ben si può temere ciò ch’è avvenuto agli ernici quindici anni sono( 6 >: saranno anch’essi, al pari degli ernici, uniti ai popoli del Lazio. Qual terra dunque, qual popolo rimane di mezzo tra noi ed i romani? Gli aurunci, gli osci, gli ausoni, i sidicini: miserabili popoletti, i quali, anziché termini di pacifico confine tra i due popoli piú potenti, saranno ésca della vicendevole ambizione (1) ídkm; Strábonk, iv. (2) Livio, libri ui, iv, vii, vili. ( 3 ) Floro, libro n. (4) Anno di Roma 284. (5) Dionigi d’Alicarnasso, ix. (6) Anno di Roma 391. Livius, ili, 42.