Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/208

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risposta, o non si deve dar risposta, formano il soggetto de’ discorsi di tutte. E se taluno per sua disgrazia si annoia, si dice eli’è o un fanciullo o un pedante il quale non sa piacere alle donne; e siccome il piacere alle donne forma quattro quinti dell’occupazione della vita, si dice che quell’uomo non sa vivere. In una cittá come Capua il saper vivere non ha che due sole parti: o piacere alle donne o ingannar gli uomini. Una di queste donne, nel primo giorno che fui in sua casa, mi parlò per due ore delle sue vesti, della sua toletta, delle sue gioie. Eran ritornati dagli esercizi letterari i figliuoli, e mi si dice che sien giovinetti di ottima indole e di liete speranze. Li vidi piú volte passare e ripassare per la stanza nella quale noi sedevamo chiacchierando di cose tanto importanti quanto erano le vesti, la toletta, le gioie. La madre non me ne fece motto. L’amico, che mi avea condotto in casa, propose di presentarmeli; e ciò non senza molta lode de’fanciulli. — È vero — disse la madre: — i loro maestri mi dicono che si conducon bene. Ma che importa a noi? Non mi pare civiltá seccare questo gentilissimo ospite colle ciarle di due bambocci. — Io avea creduto fino a quel punto che le prime gioie di una madre dovessero essere i propri figli <0. In Capua mi sono avveduto che io non sapeva vivere. No, no, quando anche l’amore non avesse giá decisa la sorte della mia vita e del mio cuore, in Capua io non saprei né vivere né amare. Dopo questa lettera, Cleobolo trovasi da Capua passato tra’ lucani come per salto. Vi è nel testo una lacuna? o, nello scorrer le regioni intermedie, non ha trovato nulla degno di esser osservato e registrato? In veritá, al tempo del viaggio di Cleobolo, quelle regioni non erano le piú importanti dell’ Italia. Cuma era giá caduta; Pozzuoli appena sorgeva, né Pozzuoli si è mai elevato a gran fortuna; Napoli e Palepoli non valevano in quell’epoca quanto Taranto e Capua; i picentini, che separavano la Campania dai lucani, erano un picciolo popolo, che soffriva la sorte di tutti gli altri piccioli popoli d’Italia... (i) Questo istesso disse ad una dama capuana la gran Cornelia, madre de* Gracchi.