Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/264

Da Wikisource.

Vedi, da una parte, l’Italia simile a vasto edificio rovinato dal tempo, dalla forza delle acque, dall’impeto del terremoto: lá un immenso pilastro ancora torreggia intero, qua un portico si conserva ancora per metá; in tutto il rimanente dell’area, mucchi di calcinacci, di colonne, di pietre, avanzi preziosi, antichi, ma che oggi non sono altro che rovine. Ben si conosce che tali materiali han formato un tempo un nobile edificio, e che lo potrebbero formare un’altra volta; ma l’antico non è piú, ed il nuovo deve essere ancora. Pure, se tu osservi attentamente e con costanza, ti avvedrai che le pietre, le quali formalo quei mucchi di rovine, cangiano ogni giorno di sito; non le ritrovi oggi ove le avevi lasciate ieri; e mi par di riconoscere un certo quasi fermento intestino e la mano di un architetto ignoto che lavora ad innalzare un edificio novello. Nella Grecia, dall’altra parte, tutto ciò che vedi è nuovo: arti, scienze, governi, civiltá. Noi siam giovani: tutto ciò, che sappiamo, l’abbiamo appreso dagli altri; tutto ciò, che oggi noi facciamo, gli altri lo han fatto molto tempo prima di noi. Vedi quante cose sono tra gl’italiani piu perfette che tra noi non sono: la geometria, senza la quale non vi è sapienza alcuna; l’astronomia, parte la piú sublime delle scienze umane; l’architettura, l’agricoltura, le piú utili arti della vita; la scienza de’ costumi e delle leggi, che tra noi non è piú antica di Socrate: talché chiunque vede lo stato fiorente delle scienze in Italia è costretto a confessare ch’esse dagl’italiani sieno state coltivate prima de’greci; e, se paragona le storie delle due nazioni, è costretto a confessare che non senza ragione gli antichi chiamarono l’Italia talora Grecia grande, tal altra Grecia antica(b. In Grecia oggi si edifica del pari che in Italia; ma quell’edificio, che per noi è il primo, per gli italiani sará il secondo; né credo che il primo nostro sará tanto durevole e grande quanto il secondo degl’italiani. Tu intanto parte di queste cose, che hai apprese, custodirai nel tuo segreto. Non è sempre prudente rivelare al volgo le (1) Vide auctores apud Mazzocchi, Tabula tíeracleensis «