Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/268

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di Taranto commesse al nostro Archita. Ma odi qual avvenire lo stesso Archita prevede alle cose di Taranto? Egli ha tentato rendere i tarantini virtuosi e non ha potuto: li ha resi fortunati, ma la loro fortuna morrá con Archita. Ciò, che non ha potuto Archita, qual uomo oserá tentarlo? Pure, poiché la disperazione è tra’ mali il massimo, quando gl’ iddii vorranno che per opera tua si faccia qualche bene agli ateniesi, ricordati di portar nell’opra la mente, il cuore e la mano di Archita. Non potrá mai ristabilire la virtú nella cittá chi prima non l’ha in se stesso; né vi è virtú pubblica ove non vi è virtú privata. Se tutti fossero convinti di questa veritá, forse i giovani ateniesi sarebbero meno di quello che sono desiderosi di comandi, e piú che non sono rispettosi delle leggi e de’ magistrati. Sai che non amo quella cavillosa gioventú, la quale, educata da Prodico e da Gorgia, crede saper tutto sol perché sa censurar tutto, e crede poter censurar tutto sol perché si crede dispensata dal- Pesaminar nulla. Che vuoi fare quando i maestri della gioventú insegnano che il discorso non debba aver per fine il vero, e vendono lezioni di un’arte di persuadere, cioè di governare (ché non altro che persuadere è il governare), senza saper le cose che si voglion persuadere? <0. Ma tu rammenta che, prima di parlar delle leggi, convien conoscerle, e che non si posson conoscere se non si rispettano. Prima di abbandonar l’Italia, tu vedrai Velia. Questa colonia degli antichi focensi langue anche essa al pari delle altre cittá italiane: giá fazioni crudeli la lacerano; la scuola dell’antica sapienza è corrotta, ed ai discepoli di Zenofane sono succeduti gli amici di Gorgia (*). Tu paragona la presente corruttela de’ costumi coll’antiche virtú, la miseria presente colla prosperitá antica, i sofismi de’ giovani colla generosa sapienza de’ vecchi ; e vedi tu stesso qual sia il poter delle scienze sui costumi e de’ costumi sulla pubblica prosperitá. Spargi anche per me qual- (i) Vedi Platonk, Phaedrus e Gorgias . (a) Piú di una volta Platone accenna questa corruzione della scuola di Elea. Ippia e l’ospite eleatc, eoe., non sono dipinti sempre con colorí molto favorevoli.