Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/212

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scrivani incaricati di tali operazioni tanto facili a corrompersi, ecc., che la minaccia di un processo diventava inutile e contro il povero e contro il ricco. Contro il povero, perché lo scrivano non si prendeva alcuna cura di un processo che a lui non produceva alcun frutto; contro il ricco, perché lo scrivano aveva un interesse opposto a quello della legge. Questa voleva o punire o assolvere; quello voleva lucrare. Da settant’anni a questa parte è avvenuto, siccome ho detto, un grandissimo sboscamento. Alcuni lo hanno attribuito all’aumento di popolazione. Io non credo che la popolazione sia cresciuta di tanto da poter produrre un tal effetto; e piú naturale mi sembra attribuirlo ad un aumento di ricchezza, che ha prodotto un aumento, per altro malinteso e mal diretto, d’industria. Dal 1764 è cresciuta smoderatamente la coltivazione de’ cereali, è cresciuta la pastorizia; ma ambedue senza norma: talché, a proporzione del terreno che adoprano, non dánno che un meschinissimo prodotto. lo dirò una proposizione che sembrerá un paradosso, ma eh’è verissima. 11 Regno di Napoli, che si reputa uno de’ piú fertili di Europa, ha circa tredici in quattordici milioni di moggia di terra impiegata in coltura di cereali. Il massimo prodotto, che egli raccolga de’ medesimi, è di circa 26 milioni, vale a dire circa il due per uno. Siccome non s’intende nella maggior parte del Regno né l’arte de’ concimi né quella delle ruote agrarie, cosí è necessitá sostituire il sistema del riposo: le terre non si seminano che alternativamente. È vero che di tredici milioni di moggia la metá rimane in riposo: ma che fa questo? Sará sempre vero che, per avere ventisei milioni di cereali, siam costretti ad impiegare tredici milioni di terra. Quelle terre che sono in riposo servono ad una pastorizia, la quale non ci esenta dal bisogno né di formaggi né di cuoi né di lane straniere. S’ignora interamente l’arte de’ pascoli artificiali, e cosí, a misura che si vuole estendere la pastorizia, si deve diminuire l’agricoltura; e queste due arti, che dovrebbero esser sorelle, son diventate nemiche e non si riuniscono che per far la guerra ai boschi. Non si è pensato a coltivar meglio, ma a