Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/312

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quella della Svizzera non è per noi allarmante. Ma è ben miserabile quel governo i di cui magistrati non vedono al di lá del presente. Oltre di che, dovendo durare le cose anche come al presente si trovano, popolando questa valle e rendendola bene affetta, potrebbe, quando si dasse il caso di una nuova invasione austro-russa, rendere alla Repubblica italiana quei servizi che servirono a far trionfare Caio Mario dei teutoni e dei cimbri ed a salvare al Visconti il ducato di Milano... XXVII. — A Diodato Corbo. — Milano, 3 aprile 1802. — ... In qualunque angolo della terra avverrá che il destino mi trasporti, io non potrò obliare giammai né la patria nè gli amici che me la rendevano cara... Giulio ha detto il vero quando ha detto di me che io provava un vuoto, una noia mortale; ed io veggo che essa non si raddolcirá per ora, non presto; forse non si raddolcirá mai e continuerá fino all’ultimo momento della comedia della mia vita a fare il protagonista de’ miei affetti. ’ Che si ha da fare? Io, per buona sorte, sono un mero carattere, in cui le passioni anche tragiche prendono talora la tinta comica; e, se qualche volta la malinconia mi spinge fino al suicidio, talora si riveste d’idee tanto gaie che equivale ad un’allegria. Siate felici voi, sia felice la patria, che io amo ad onta che ne sia lontano. Scrivetemi sempre, o almeno non molto di rado, ed amatemi: ecco tutto ciò che io domando...

XXVIII. — A Giulio Corbo. — Milano, 3 aprile 1802. — Chi sei tu, figlio oscuro di Alpe lucana, che vanti conquiste di amore? Hai tu lasciata tra le lattiginose figlie dell’Olona memoria di te, ed hai tu forse inteso aleggiar dietro le volubili rote del carro che ti riconduceva alla patria l’infocato sospiro della deserta fanciulla? Io combatter con te, io? con te io cedere il campo? io credere agli altèri racconti delle vittorie tue? In tutto olezzante di Senna, non sei fatto alle conquiste tra le matrone dell’Italia. — Ti do una nuova: sai tu che io sono divenuto geologo? — Geologo? — Sí, geologo. Incaricato di fare una Descrizione del dipartimento del 1‘Agogna, io ho voluto descrivere un poco quelle terre che una volta erano coperte dal mare e che ora non lo sono piú, quelle arene che una volta erano parte di quel masso di granito che forma il nocciuolo delle Alpi e che ora sono nelle valli, quel Ticino che oggi scorre dall’alto in giú e che prima non potea scorrere