Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/327

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articolo ove parlasi de’ mici Versi, non la leggere. Spazzatene il c. ... Montrone ha fatto due canti. Ora lavora al terzo. Vedi? Una frustata fa buono...

LIII. — Del marchese di Montrone. — Bologna, 16 febbraio 1805. — Volendo io procurare la conoscenza costá di persone di singoiar merito letterario ad un signore, la cui amicizia e le cui cognizioni 10 molto estimo, non saprei ad altri che a voi meglio indirizzarlo... Il carnevale ha fatto cessare ogni mio lavoro poetico, e non vi porrò mano che a quaresima; sicché spero per pasqua avere il tutto in pronto per la stampa, non rimanendomi a fare che il quarto canto ed una prefazioncina per dilucidare alcune cose... Ho scritto ad Aléthy salutandolo in tuo nome ed invitandolo a venirsene tra noi. Ma egli, assorto fra le immense contemplazioni di Roma, chi sa qual conto terrá del mio invito...

LIV. — Di Melchiorre Delfico. — Rimini, 21 febbraio 1805.— ... Non sono piú di tre giorni che ho ricevuto il vostro prezioso dono, e potete immaginare che non ho perduto i piccoli intervalli di tempo, che lascia la vita ospitale e le distrazioni carnevalesche, per leggerlo con tutta la sollecitudine del desiderio e del piacere. Sempre chiaro piú di Platone, e sempre lo stile corrisponde al sentimento, sia che ragioni la mente, sia che parli il cuore. E quando è Cleobolo che parla o scrive a Mnesilla, dipinge a un tempo l’amore e la virtú, e l’uno e l’altra sono abbelliti in certe descrizioni dove lo scrittore ha rubati i pennelli alla poesia. Per la forma dunque parmi che abbiate compostamente eseguito un modello, eh’è tutto quello che si può dire, e specialmente per la lingua, in un paese e in tempi in cui è cosí trascurata. In sostanza, tutto quello che avete voluto dire l’avete detto in modo che non credo che si possa meglio. Questo sentimento intanto mi faceva nascere, anzi rinnovare, il desiderio di vedere qualche prodotto piú originale del vostro ingegno, sicuro che, con i vostri talenti e con tanta limpidezza d’idee, queste si ordinerebbero felicemente verso qualunque scopo cui vorreste mirare. Non è che io non pregi la storia dei pensieri e dei progressi dell’intellettualitá e della morale; ma vorrei di meglio da chi può farlo. Perdonatemi questo onestissimo desiderio. E se siete disposto a simili perdoni, vorrete scusare ancora altre brame che mi avete fatto nascere. Platone e Dionisio risvegliano tante idee e, fra le altre, quella d’aver potuto