Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/362

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CXV. — Di*** [Napoli, i8io|. — Le cose da voi dette son buone tutte. Io abbrevierei un poco nella prima parte, che tratta delle antiche leggi de’ boschi, comecché funerate. Nella seconda parte, all’articolo «piantagione» aggiungerei l’altro, inseparabile, di «popolazioni campestri», senza le quali la piantagione è inconsequibile, e non durevole ogni beneficio. Tra le bonifiche va la cura di traslocare i paesi de’ siti inospiti e montuosi, che periscono di fame per difetto di terra, mentre le piú belle pianure sono deserte per mancanza di popolazione, e perciò anche infette. Imboschire i monti e popolare i piani sarebbero le operazioni che un governo illuminato potrebbe e dovrebbe fare nel nostro paese, se volesse bonificarlo. Conservando tutto ciò che si ha di fondi per le bonifiche e cominciandole a fare in due o tre parti del Regno, ove presentino sollecito frutto, si avrebbero ben presto de’ fondi speciosi per estenderle e continuarle. Ma alla direzione della Camera montaneistica e di bonifica vi dovrebbe esser scelta persona, che alla publica fiducia accoppiasse i lumi e lo zelo corrispondenti alla complicazione degl’importanti oggetti che li sarebbero commessi. E il direttore dovrebbe esser assistito da un consiglio di sei persone almeno, due de’ quali dovrebbero esser, come lo sono, mineralogici, due ingegneri, due agronomi, oltre del segretario. — Le basi di questa direzione sarebbero le seguenti. — i. Uno de* consiglieri di ogni classe, a vicenda si porteranno sui luoghi piú utili a bonificarsi, per osservarli ed escogitare i progetti di bonifica, che, colle colmate e colle piantagioni del cipresso plataniforme, tra noi diverrebbero facili, brevi e di durata, per le condizioni de’ nostri terreni paludosi. 11 detto cipresso vegeta presto e nasce finanche sotto sei piedi di acqua. — 2. Incoraggire direttamente e indirettamente le piantagioni di alberi di bosco, obbligando i Ponti e Strade a metterle lungo le vie consolari ; le comuni e i proprietari, lungo le strade, fosse, fiumi e laghi di loro pertinenza; e, piú di tutto, assicurando ai possessori antichi o futuri il possesso e l’uso de’ loro boschi o alberi, e non giá privandoli di ogni proprietá rapporto ai medesimi, come si è cominciato a fare, e vessandoli coll’astensione de’ titoli di possesso e di uso, col negarli la facoltá di tagliarli senza ragione e di venderli loro malgrado alla marina con mille vessazioni. — 3. Trovare delle compagnie di bonificatori, che, a loro spese e sotto discreto lucro dell’erario, intraprendessero tali bonifiche. — 4. Rinovare la legge di Giuseppe ed estenderla alle parti montuose egualmente che