Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/175

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mistiche, inintelligibili, quali sempre sogliono sembrar le cognizioni di un’etá piú colta, quando passano a traverso de’ secoli d’ignoranza. I romani non intendevano piú né i libri sacri né le stesse pitture degli etrusci (*).

La specie di quegli uccelli in tali pitture rappresentata è giá estinta, dice lo stesso Plinio. Qual antichitá, quali vicende fisiche e politiche non ci fa supporre questa brevissima osservazione del gran naturalista! E di questa estinzione di specie di piante e di animali se ne avrebbero molti altri esempi. Una legge di Numa vieta mangiarsi lo scaro < a >. Chi non crederebbe che questo pesce dovesse ritrovarsi ne’ mari d’Italia? Eppure sappiamo che fu Ottavio il primo che trasportasse ne’ seni della Campania e di Roma questo pesce, il quale non avea neanche un nome latino^. Poteva Numa proibire un pesce di un mare lontano, in tempo che il suo popolo, senza agricoltura e senza commercio, doveva ignorarne finanche resistenza? Quella legge dunque non può esser di Numa: deve esser piú antica, perché, se fosse posteriore, non se ne ignorerebbe l’epoca; deve appartenere ad un tempo in cui o lo scaro esisteva ne’ mari d’Italia, estimane poscia la specie per vicende fisiche, o gl’italiani aveano tanta estensione di commercio da poter conoscere anche i pesci dei mari lontani. Qualunque di queste due supposizioni piaccia seguire, si risale sempre ad un tempo antichissimo, e poco diverso da quello che gli stessi etrusci indicavano colle oscure e da noi riputate favolose memorie de’ loro antichissimi periodi. Tutto ciò dimostra non solo che l’antichissimo regno etrusco erasi sciolto da molto tempo, ma che al suo scioglimento era succeduto il ritorno di quella barbarie che il gran Vico chiama «seconda». Una di queste condizioni che mancasse, non si osserverebbe quel buio, quell’incertezza che si trova in ogni parte della istoria etrusca. È la barbarie de’ popoli, e non la caduta degl’imperi, che distrugge ed ottenebra le memorie della (1) Plinio, X. 15.

(2) Tkrrasson, Gotopkkdo, ecc.

(3) Macrobio, Saturnali , III.