Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/291

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DALLA «STATISTICA DELLA REPUBBLICA ITALIANA» 285 non avrebbe prodotti a Roma danni meno funesti della pazza prodigalitá del primo, se, avvertito per tempo, non vi avesse apprestato un riparo. Ma, siccome chiamasi «ricco» un privato il quale abbia molto denaro, sol perché può servirsene ad ottener qualche altra cosa oltre ciò che gli è necessario alla vita, cosí diremo ricco quel governo il quale, oltre i fondi necessari a conservare, abbia anche quelli opportuni a riprodurre. Questi due oggetti sono essenzialmente distinti in ogni nazione, e forsi dalla loro differenza nascono tutte le diversitá che si osservano nelle loro finanze. Vi sono taluni Stati, i quali, e per costituzione e per natura di confini e per clima e per tante cose che non dipendono da noi, sono nella necessitá di spender moltissimo per le spese conservatrici, onde è che poco fondo loro rimane per le miglioratrici. Tale era, per esempio, l’antica repubblica di Olanda. Altri, al contrario, vi sono, i quali, o per le stesse circostanze dette di sopra o per loro naturai piccolezza, poco posson migliorare; ed in questi tali Stati i governi debbono esiger sempre poco, perché non debbono pensare se non alle spese di conservazione, le quali in uno Stato piccolo sono sempre piccole, e le spese miglioratrici debbono rimaner a carico dell’attivitá individuale. Ecco dunque tutt’ i rapporti che hanno i governi e le leggi colla nazione. Il primo rapporto è di finanza; il secondo rapporto è quello che vien dalla divisione delle stesse finanze, cioè del veder quanta è la parte della ricchezza che s’impiega in conservare, quanta quella che s’impiega in migliorare. Il terzo rapporto non è di spesa ma di ordini, i quali favoriscono piú o meno la conservazione e la riproduzione. Il quarto rapporto abbraccia le operazioni che il governo fa non giá come conservatore ma come protettore.

Tutte le operazioni che un governo può fare per migliorare una nazione si riducano a pubblica beneficenza, pubblica istruzione e mezzi di comunicazione. Io non ne conosco altri, né credo che ve ne possano esser altri, perché, volendo voi accrescer l’industria, non potete far altro che o accrescer l’opera, rendendola piú facile e piú produttiva, e questa è pubblica