Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/294

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I costumi formano la volontá individuale di quegli uomini riuniti in societá, de’ quali la legge esprime la volontá generale; l’amor della patria non è che l’amor delle leggi, per le quali questa patria si conserva; e l’amor di noi stessi non è che l’amor de’ costumi nostri, perché i nostri costumi sono appunto quelli per i quali e ci formiamo e soddisfacciamo i bisogni nostri. Quale è lo stato meglio ordinato di una societá civile? Quello in cui la volontá generale è sostenuta dalla volontá individuale; quello in cui i costumi privati, invece di distruggere, conservano, accrescono l’amor del|a patria. Ma l’amor della patria, quando non sia una parola da fanatico, di cui possa egualmente ed usar Catone ed abusar Catilina, l’amor della patria non è che il complesso di tutte le virtú.

Noi ne dubitiamo forsi talora, noi avvezzi a veder esercitarsi un tale amore piú nella censura che nel rispetto delle leggi della patria; noi che abbiam voluto censurare i suoi difetti prima che essa censurasse i nostri, e che, prima d’imparare a rispettarla, l’abbiam voluta riformare. Ma, ritornando sul sentire delle idee vere, se daremo ad un cittadino tutte le virtú private, è impossibile imaginare che possa a lui mancar l’amor della patria. E che odierebbe nella patria l’uomo da bene, che nulla da lei ha da temere e tutto ha da sperare? Togliamogli però una delle virtú: il suo amor per la patria sará minore; scemerá in proporzione delle virtú private che gli toglieremo. Togliamogliele tutte, e finirá coll’odiar la patria, col distruggerla . . Ecco dunque il principio fondamentale della classificazione di tutti i costumi di ogni nazione: l’amor della patria è l’effetto della virtú pubblica, e la virtú è l’effetto dell’amor del travaglio. Ove piú vi sará di travaglio, ivi meno vi saranno di oziosi, di mendichi, di viziosi; e, quando si sappia il numero dei delitti che si commettono in un anno in una nazione, il numero de’ mendichi e degli oziosi che vi sono, si saprá presso a poco qual sia la quantitá del travaglio che vi è nella medesima.

Ma il travaglio deve esser volontario e non giá forzato: questo potrá per poco comprimere lo spirito de’ vizi e dell’ozio.