Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
98 | saggio storico |
o venale declamatore. Al pari che l’uomo lo è nelle idee, un popolo è nelle sue operazioni servo delle forme esterne onde son rivestite; l’esattezza esterna di un sillogismo ne fa bever, senza avvedersene, un errore; l’esterna solennitá delle formole sostiene un’operazione manifestamente ingiusta. Incominciate per inavvertenza o per malizia da un leggerissimo errore: quanto piú vi inoltrerete, tanto piú vi discosterete da quella retta nella quale sta il vero; e vi inoltrerete tanto, che talora conoscerete l’errore, ma ignorerete la strada di ritornare indietro. Allora pochi ambiziosi dichiareranno giustizia e pubblica necessitá quello che non è se non capriccio ed ambizione loro; ed il delitto si consumerá non perché il popolo lo approvi, ma perché ignora le vie di poterlo legittimamente impedire. Quando l’errore vien da un metodo fallace, il ricredersene è piú difficile, perché è necessitá ritornar indietro fino al punto, spesso lontano, in cui la linea della fallacia si separa da quella della veritá; ma, ricreduti una volta gli animi, per cagion di un solo errore distruggeranno tutto il sistema. La Convenzione nazionale condannò Luigi decimosesto contro tutte quelle leggi che essa istessa avea proclamate. I faziosi ragionarono allora come avea ragionato Virginio quando Appio appellava al popolo; ed è cosa «di cattivissimo esempio in una repubblica — dice Macchiavelli — fare una legge e non la osservare, e tanto piú quando la non è osservata da chi l’ha fatta». Tutto il bene che poteva produrre la rivoluzione di Francia fu distrutto colla stessa sentenza che condannò l’infelice Luigi decimosesto.
Nell’epoca istessa in cui la Francia credette acquistar piena libertá, incominciarono anche quelle riforme che noi chiamiam superflue. Qual effetto produssero queste riforme? Vi fu una continua lotta tra partiti e partiti; finalmente. i partiti non si intendevano piú tra loro, ed il popolo non ne intendeva nessuno. Si correva dietro una parola, che indicava una persona piú che una cosa, e talora non indicava né una cosa né una persona; e le controversie, che non potevano decidersi colla ragione, si decisero colla forza. Robespierre surse; ebbe una forza maggiore e contenne tutte le altre col timore.