Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/215

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l - taluni patrioti 205

Cirillo, interrogato qual fosse la sua professione in tempo del re, rispose: — Medico. — Nella repubblica? — Rappresentante del popolo. — Ed in faccia a me che sei? — riprese Speziale, che pensava cosí avvilirlo1. — In faccia a te? Un eroe. —

Quando fu annunziata a Vitagliani la sua sentenza, egli suonava la chitarra; continuò a suonarla ed a cantare finché venne l’ora di avviarsi al suo destino. Uscendo dalle carceri, disse al custode: — Ti raccomando i miei compagni: essi sono uomini, e tu potresti esser infelice un giorno al pari di loro. —

Carlomagno, montato giá sulla scala del patibolo, si rivolse al popolo e gli disse: — Popolo stupido! tu godi adesso della mia morte. Verrá un giorno, e tu mi piangerai: il mio sangue giá si rovescia sul vostro capo e, se voi avrete la fortuna di non esser vivi, sul capo de’ vostri figli. —

Granale dall’istesso luogo guardò la folla spettatrice: — Vi ci riconosco — disse — molti miei amici: vendicatemi! —

Nicola Palomba era giá sotto al patibolo: il commesso del fisco gli dice che ancora era a tempo di rivelare de’ complici. — Vile schiavo! — risponde Palomba — io non ho saputo comprar mai la vita coll’ infamia. —

— Io ti manderò a morte — diceva Speziale a Velasco. — Tu?... Io morirò, ma tu non mi ci manderai. — Cosí dicendo, misura coll’occhio l’altezza di una finestra che era nella stanza del giudice, vi si slancia sotto i suoi occhi, e lascia lo scellerato sbalordito alla vista di tanto coraggio ed indispettito per aver perduto la vittima sua.

Ma, se vi vuole del coraggio per darsi la morte, non se ne richiede uno minore per non darsela, quando si è certo di averla da altri. A Baffa2, giá certo del suo destino, fu offerto dell’ oppio. Egli lo ricusò; e, morendo, dimostrò che non l’avea ricusato per viltá. Era egli, al pari di Socrate, persuaso che

  1. È da osservarsi che Speziale non risparmiava nessuno de’ piú vili epiteti del trivio e del bordello.
  2. Baffa era uno de’ piú eruditi uomini d’Italia, era uno de’ primi per l’erudizione greca.