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davanti a quell’uomo che aveva sparso il sangue d’un altro, ed era stato sei anni in prigione. Ma quegli indovinò tutto, e abbassando la voce, disse nell’orecchio a Derossi, quasi tremando: - Vuoi bene al figliuolo; ma non vuoi mica male... non disprezzi mica il padre, non è vero? - Ah no! no! Tutto al contrario! - esclamò Derossi Con uno slancio dell’anima. E allora l’uomo fece un atto impetuoso come per mettergli un braccio intorno al collo; ma non osò, e invece gli prese con due dita uno dei riccioli biondi, lo allungò e lo lasciò andare; poi si mise la mano sulla bocca e si baciò la palma guardando Derossi con gli occhi umidi, come per dirgli che quel bacio era per lui. Poi prese il figliuolo per mano e se n’andò a passi lesti.



Oggi è stata una giornata più allegra di ieri. Tredici marzo! Vigilia della distribuzione dei premi al teatro Vittorio Emanuele, la festa grande e bella di tutti gli anni. Ma questa volta non sono più presi a caso i ragazzi che debbono andar sul palcoscenico a presentar gli attestati dei premi ai signori che li distribuiscono. Il Direttore venne questa mattina al finis, e disse: - Ragazzi, una bella notizia. - Poi chiamò: - Coraci! - il calabrese. Il calabrese s’alzò. - Vuoi essere di quelli che portano gli attestati dei premi alle Autorità, domani al teatro? - Il calabrese rispose di sì. - Sta bene, - disse il Direttore; - così ci sarà anche un rappresentante della Calabria. E sarà una bella cosa. Il municipio, quest’anno, ha voluto che i dieci o dodici ragazzi che porgono i premi siano