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il vaporino 115

- Mio padre gli disse: - Te lo regala Enrico perché è tuo amico, perché ti vuol bene... per festeggiare la tua medaglia. - Precossi domandò timidamente: - Debbo portarlo via... a casa? - Ma sicuro! - rispondemmo tutti. Era già sull’uscio, e non osava ancora andarsene. Era felice! Domandava scusa, con la bocca che tremava e rideva. Garrone lo aiutò a rinvoltare il treno nel fazzoletto, e chinandosi, fece crocchiare i grissini che gli empivan le tasche. - Un giorno, - mi disse Precossi, - verrai all’officina a veder mio padre a lavorare. Ti darò dei chiodi. - Mia madre mise un mazzettino nell’occhiello della giacchetta a Garrone perchè lo portasse alla mamma in nome suo. Garrone le disse col suo vocione: - Grazie, - senza alzare il mento dal petto. Ma gli splendeva tutta negli occhi l’anima nobile e buona.


SUPERBIA

11, sabato

E dire che Carlo Nobis si pulisce la manica con affettazione quando Precossi lo tocca, passando! Costui è la superbia incarnata perché suo padre è un riccone. Ma anche il padre di Derossi è ricco! Egli vorrebbe avere un banco per sè solo, ha paura che tutti lo insudicino, guarda tutti dall’alto al basso, ha sempre un sorriso sprezzante sulle labbra: guai a urtargli un piede quando s’esce in fila a due a due! Per un nulla butta in viso una parola ingiuriosa o minaccia di far venire alla scuola suo padre. E sì che suo padre gli ha dato la sua brava polpetta quando trattò da straccione il figliuolo del carbonaio! Io non