Pagina:Cuore (1889).djvu/172

Da Wikisource.
160 marzo

delle stampelle, che salvò un bimbo dall’omnibus; e siccome tutti i compagni del suo figliuolo, passandogli davanti, gli fanno una carezza, egli a tutti rende la carezza o il saluto, non c’è caso che ne scordi uno, su tutti si china, e quanto più son poveri e vestiti male, e più pare contento, e li ringrazia. Alle volte, pure, si vedono delle cose tristi: un signore che non veniva più da un mese perché gli era morto un figliuolo, e mandava a prender l’altro dalla fantesca, tornando ieri per la prima volta, e rivedendo la classe, i compagni del suo piccino morto, andò in un canto e ruppe in singhiozzi con tutt’e due le mani sul viso, e il Direttore lo pigliò per un braccio e lo condusse nel suo ufficio. Ci son dei padri e delle madri che conoscono per nome tutti i compagni dei loro figliuoli. Ci son delle ragazze della scuola vicina, degli scolari del ginnasio che vengono a aspettare i fratelli. C’è un signore vecchio, che era colonnello, e che quando un ragazzo lascia cascare un quaderno o una penna in mezzo alla strada, glie la raccoglie. Si vedono anche delle signore ben vestite che discorrono delle cose della scuola con le altre, che hanno il fazzoletto in capo e la cesta al braccio, e dicono: - Ah! è stato terribile questa volta il problema! - C’era una lezione di grammatica che non finiva più questa mattina! - E quando c’è un malato in una classe, tutte lo sanno; quando un malato sta meglio, tutte si rallegrano. E appunto questa mattina c’erano otto o dieci, signore e operai, che stavano attorno alla madre di Crossi, l’erbivendola, a domandarle notizie d’un povero bimbo della classe di mio fratello, che sta di casa nel suo cortile, ed è in pericolo di vita. Pare che li faccia tutti eguali e tutti amici la scuola.