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284 maggio

Il signor Mequinez tentò di tirar Marco in una stanza lontana; ma fu impossibile; egli parea inchiodato al pavimento.

- Cosa c’è? - domandò. - Cos’ha mia madre? Cosa le fanno?

E allora il Mequinez, piano, tentando sempre di condurlo via: - Ecco. Senti. Ora ti dirò. Tua madre è malata, bisogna farle una piccola operazione, ti spiegherò tutto, vieni con me.

- No, - rispose il ragazzo, impuntandosi, - voglio star qui. Mi spieghi qui.

L’ingegnere ammontava parole su parole, tirandolo: il ragazzo cominciava a spaventarsi e a tremare.

A un tratto un grido acutissimo, come il grido d’un ferito a morte, risonò in tutta la casa.

Il ragazzo rispose con un altro grido disperato: - Mia madre è morta!

Il medico comparve sull’uscio e disse: - Tua madre è salva.

Il ragazzo lo guardò un momento e poi si gettò ai suoi piedi singhiozzando: - Grazie dottore!

Ma il dottore lo rialzò d’un gesto, dicendo: - Levati!... Sei tu, eroico fanciullo, che hai salvato tua madre.