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LUGLIO




L'ULTIMA PAGINA DI MIA MADRE

1.o, sabato

L’anno è finito dunque, Enrico; ed è bello che ti rimanga come ricordo dell’ultimo giorno l’immagine del fanciullo sublime, che diede la vita per la sua amica. Ora tu stai per separarti dai tuoi maestri e dai tuoi compagni, e io debbo darti una notizia triste. La separazione non durerà soltanto tre mesi; ma sempre. Tuo padre, per ragioni della sua professione, deve andar via da Torino, e noi tutti con lui. Ce n’andremo il prossimo autunno. Dovrai entrare in una scuola nuova. Questo ti rincresce, non è vero? perché son certa che tu l’ami la tua vecchia scuola, dove per quattro anni, due volte al giorno, hai provato la gioia d’aver lavorato; dove hai visto per tanto tempo, a quelle date ore, gli stessi ragazzi, gli stessi maestri, gli stessi parenti, e tuo padre o tua madre che t’aspettavano sorridendo; la tua vecchia scuola, dove ti s’è aperto l’ingegno, dove hai trovato tanti buoni compagni, dove ogni parola che hai inteso dire aveva per iscopo il tuo bene, e non hai provato un dispiacere