Pagina:Cuore (1889).djvu/55

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il primo della classe 43

non sentirsi da meno di lui in ogni cosa. Ah! io pure, come Votini, l’invidio. E provo un’amarezza, quasi un certo dispetto contro di lui, qualche volta, quando stento a fare il lavoro a casa, e penso che a quell’ora egli l’ha già fatto, benissimo e senza fatica. Ma poi, quando torno alla scuola, a vederlo così bello, ridente, trionfante, a sentir come risponde alle interrogazioni del maestro franco e sicuro, e com’è cortese e come tutti gli voglion bene, allora ogni amarezza, ogni dispetto mi va via dal cuore, e mi vergogno d’aver provato quei sentimenti. Vorrei essergli sempre vicino allora; vorrei poter fare tutte le scuole con lui; la sua presenza, la sua voce mi mette coraggio, voglia di lavorare, allegrezza, piacere. Il maestro gli ha dato da copiare il racconto mensile che leggerà domani: La piccola vedetta lombarda; egli lo copiava questa mattina, ed era commosso da quel fatto eroico, tutto acceso nel viso, cogli occhi umidi e con la bocca tremante; e io lo guardavo; com’era bello e nobile! Con che piacere gli avrei detto sul viso, francamente: - Derossi, tu vali in tutto più di me! Tu sei un uomo a confronto mio! Io ti rispetto e ti ammiro!


LA PICCOLA VEDETTA LOMBARDA.


Racconto mensile

26, sabato.


Nel 1859, durante la guerra per la liberazione della Lombardia, pochi giorni dopo la battaglia di Solferino e San Martino, vinta dai Francesi e