Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/134

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di lacrime ma pone la sua mano
su la spalla dell’ultimo suo nato,
su l’omero del fresco adolescente
115fulgido di bellissimo dolore,
che ricevuto ha in sé la grazia e il sangue
dei suoi fratelli e il fiato
come se dentro il calice d’un fiore
si celebrasse nova eucaristia;
120quando colui non piange ma per via
con la man dolcemente
sospinge il giovinetto e l’accompagna
e l’offre e lo sacrifica e lo dona
e dice all’Indicibile «Perdona
125se più non ho che questo,
ma questo prendi e me con lui se valgo»:
                         quivi è l’Iddio verace,
                         e sia lodato.


VI

 
Quando il ricco ha rossore
130degli agi suoi, e non s’indugia a mensa
né poltrisce, se pensa
che alcun del sangue suo
ha per tovaglia il sacco o la fascina,
ha per coltre la melma febbricosa
135nella fossa che pute;