Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/181

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15. Risponde chi per parlare rompe lo stridore dei denti e l’ambascia, col giogo bestiale sul collo.

16. Risponde chi col moncherino grondante scrisse l’abominio e il taglione sul muro superstite al crollo.

17. Risponde chi nel patire eccedette i limiti del patimento posti al misero dalla pietà del Signore.

18. Risponde l’umana e divina agonia cui fu Ghetsèmani tutta la terra cospersa di atroce sudore.

19. E alcuno invocò sul misfatto la clemenza del Figliuol d’uomo? Ecco. Mano per mano, dente per dente, occhio per occhio.

20. Non il sermone laborioso ma il doppio taglio della spada forbita fa la luce al nemico in ginocchio.

21. Il Figliuol d’uomo essi tolsero di croce non per comporlo nella pietra col panno lino e l’unguento,

22. ma per riflagellarlo e ricoronarlo di spine e risaziarlo d’ingiurie e partirsi il suo vestimento.