Pagina:D'Annunzio - Il libro delle vergini.djvu/32

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le vergini 27

non potersi così reggere diritta su le gambe; aveva una strana sensazione di formicolio nelli stinchi, di vellicamento nei muscoli, quasi la sensazione d’un ferito che si levi quando l’osso infranto non anche è bene saldato. Tentò di muovere un passo, avanzò il piede, timidamente: ebbe paura, sedette di nuovo su la sponda, guardandosi in torno come per assicurarsi che non la spiava alcuno. Poi cercò un punto di meta, la finestra; e ricominciò, pianamente, con li occhi fissi sul piede che avanzava, in equilibrio, stringendosi lo scialle verde al petto, invasa un poco dal freddo. Un subitaneo spavento la prese, a mezzo: ella barcollò, agitò le mani, si rivolse verso il letto, mise tre o quattro passi precipitosi, ricadde su la sponda. Stette un momento là, in affanno; rientrò sotto le coperte dove ancora restava il tepore, s’avvolse e si raccolse rabbrividendo.

— Come sono debole, Signore!...

E guardava curiosa su’l pavimento il luogo dove ella aveva fatto i passi, quasi vi cercasse le orme.