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102 | Gabriele d’Annunzio |
SIMILITUDINE
Pascono in ozio su le mura erbose
i cavalli asiatici d’Erode,
mirabili cavalli; e tra le rose
il fluttuare de le lunghe code
mollemente si perde. Accidiose
dormon le palme a torno in su le prode,
e or sì or no ne ’l sonno de le cose
il vivente de ’l mar fremito s’ode.
Ma se Jacim con rauco grido appare,
balza correndo a lui lo stuol disperso,
a lui guardando da li occhi inquieti.
Amo così, mia bella, io figurare
i desideri miei per te ne ’l verso,
cavalli pascolati in tra i roseti.