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Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/186

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180 Gabriele d’Annunzio


RONDÒ

Quante volte, in su’ mattini
chiari e tiepidi, io l’aspetto!
Ella ancora ne ’l suo letto
ride ai sogni matutini.

Su la piazza Barberini
s’apre il ciel, zaffiro schietto.
Il Tritone de ’l Bernini
leva il candido suo getto.

I nudi olmi a’ Cappuccini
metton già qualche rametto:
senton giugnere il diletto
de’ meriggi marzolini.
Come il cuor balzami in petto
se colei vedo, che aspetto,
in su’ tiepidi mattini!