Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/247

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Donne 241


VIII.

— Francesca, o amica, o trepida colomba,
perchè piegate voi su ’l seri la testa,
pallida udendo il tuon de la tempesta,
che improvviso ne l’anima rimbomba?

Perchè torcete ne ’l dolor le mani,
le care mani, i fior gracili e snelli,
che pur ieri sapevan, con si piani
blandimenti, solcare i miei capelli?

Francesca, o amica mia, perchè piangete?
Le vostre membra treman così forte,
e così roca su le labbra smorte
vi muor la voce, ch’io non ho quiete. —

Ed ella: - lo guardo nel cuor mio; che, ardente
come una lampa, i tutto avviluppato
da una spoglia di serpe, transparente,
su cui l’orrido Inferno è figurato.