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Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/193

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Poi che un vel di fino argento
copre i cieli a l’albor primo,
(ne ’l mattin trepido, cento
volpi corrono fra il timo)

o voi, Clara, che dormite
ne ’l gran letto di damasco;
(odor d’erbe inumidite
sale su da ’l verde pasco)

Clara, alfin da li origlier
sollevando il capo d’oro,
(ne ’l canil basso i levrieri
gran tumulti hanno fra loro)

ascoltate il suon de’ corni
che voi chiamano a la caccia;
(per li ombrosi alti soggiorni
lascia il cervo la sua traccia)