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Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/44

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BALLATA VIII.


Meriggiava quel re, sotto il pomario
che splendeva a’ suoi dì come un tesoro.
Cadeano i frutti d’oro
gravi su ’l suolo in torno, a quando a quando.

5Rendean per l’aria in torno una fragranza
di miel, così gioconda
che al cuor giungeva quale un vin di rose.
E il buon Astíoco, in mezzo a l’abbondanza
de’ frutti, di profonda
10dolcezza pieno l’anima, si pose
a laudare le ascose
virtuti de la terra in un poema.
Giunto era a la seconda
canzone quando, senz’alcuna tema,
15ei scorse Elai. Qual re di Trebisonda,
il capo cinto avea d’un diadema
ed il petto di pietre preziose
che vincevano il dì riscintillando.