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Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/63

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Coro dei Giovini.

Ei fugge. Il sir non ode.
Lo chiami? Egli è lontano.
Tenerlo è disío vano.
Lodarlo è vana lode.
Uom saggio è sol chi gode.

Coro delle Giovani.

Seguono i Vènti il sire;
che versano da l’ale
un suon limpido eguale
come da lunghe lire.
È dolce cosa udire.

Coro I.

Dolce, ma sotto i vasti
alberi che un’iddia
già tenne in signoria
d’amore, a’ giorni fasti.

Coro II.

Tu, Delia, con men casti
occhi, a la molle ombría,
su l’erba che fioría
Endimion guardasti.