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Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/73

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Ahi, per l’angoscia troppa
doman si torceranno!
Fuggite il triste inganno.
Non amate già mai.

Oggi li occhi un giocondo
abbagliamento assale;
ei veggon tutto il mondo
in luce trionfale.
Doman, arsi da ’l sale
de’ pianti, ombra vedranno.
Fuggite il triste inganno.
Non amate già mai.

Oggi cantan le bocche
vicine — Io l’amo, io l’amo — ,
quali rose non tocche
in su l’istesso ramo.
Doman, altro richiamo!
Gemiti leveranno.
Fuggite il triste inganno.
Non amate già mai.

Coro dei Giovini.

Piacciasi la Diambra
di sue torbide rime.
La Luna è in su le cime,
pallida come l’ambra.