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Pagina:D'Annunzio - L'armata d'Italia.djvu/142

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126 L’ARMATA D’ITALIA

Un tempo l’Italia possedeva molte navi che oggi o sono del tutto scomparse o sono inservibili per vecchiezza. Il naviglio attuale è ottimo, ma non bastevole affatto alle necessità della difesa e della offesa. Di questa pericolosa scarsità tutti son persuasi; ma i provvedimenti non vengono, e l’indugio non sarà certo senza grave pregiudizio della patria.

Tra le molte lettere pervenutemi in proposito di questo mio studio su le condizioni dell’armata, una ve n’è, d’un illustre officiale, riguardante a punto la scarsità del "materiale.” Poiché le considerazioni mi paiono giuste ed esatte, ne trascrivo qualche brano.

“Fra le 12 corazzate che ne’ quadri figurano in prima classe e le 3 che sono collocate nella seconda, se ne trovano ben 6 le quali non esprimono che una unità numerica. Stanno là per dar pretesto d’affermare che abbiamo tante corazzate. Ma che s’ha a fare della Roma, della Terribile, della Formidabile, della Varese? Peggio ancora: che s’ha a fare della Palestro e del Principe Amedeo?

“E noti che quest’ultima corazzata si trova da due anni alla Spezia per riparazioni; noti che ha passato piú di due terzi della sua grama vita in continue riparazioni, ora alla caldaia, ora allo scafo, ecc.