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Pagina:D'Annunzio - L'armata d'Italia.djvu/41

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L’ARMATA ITALIANA 25


Egli dà per comandante all’armata un ammiraglio quasi oscuro.     Se dalla pace romperemo d’improvviso alla guerra, in acque lontane, egli spedirà un piú valido uomo a surrogare l’inetto; e quell’uomo, infallibilmente, per molti giorni si troverà impreparato, in mezzo a difficoltà d’ogni sorta, perché molti giorni son necessari a prenprendere sicura conoscenza di tutte le precedenti disposizioni, di tutti i bisogni del naviglio, di tutte le mancanze, di tutte le qualità, di tutto insomma il complicato organismo d’una flotta che può da un momento all’altro entrare in ordine di battaglia contro un nemico audace.

Ora abbiamo noi, (e tutti lo sanno) nell’esercito di mare certi capi i quali tutte le mattine, quando si svegliano, si piantano innanzi a uno specchio