Pagina:D'Annunzio - L'orto e la prora.djvu/103

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Le mani 99



Ci lasciaron talune una fragranza
così tenace che per una intera
notte avemmo nel cuor la primavera;
e tanto auliva la solinga stanza
15che foresta d’april non più dolce era.


Da altre, cui forse ardeva il fuoco estremo
d’uno spirto (ove sei, piccola mano,
intangibile omai, che troppo piano
strinsi?), venne il rammarico supremo:
20— Tu che m’avresti amato, e non in vano!


Da altre venne il desio, quel violento
fulmineo desio che ci percote
come una sferza; e imaginammo ignote
lussurie in un’alcova, un morir lento:
25— per quella bocca aver le vene vuote!


Altre (o le stesse?) furono omicide:
meravigliose nel tramar l’inganno,
Tutti gli odor d’Arabia non potranno
addolcirle. - Bellissime ed infide,
30quanti per voi baciare periranno!