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130 O Rus!



e i casolari sparsi, i bianchi fumi
sparsi — dentro, la pentola che bolle:
15canta la nuora su le sue cipolle
e la suocera sceglie i suoi legumi —;


e le vie chiare andanti tra due fossi
ove a la luna gracidò la rana
estiva ed or la pigra acqua piovana
20rispecchia i salci in fila e gialli e rossi;


e la ripa di pioppi mormorante
ove fischia col merlo a la prim’alba
il fanciul che v’abbevera la falba
e bianca maculata ruminante;


25e la montagna al fondo, nel cui grembo,
come il bracco se torna da la caccia
stanco, il nugolo bigio s’accovaccia
cheto aspettando il sibilo del nembo;


e l’aria che s’indora e si colora,
30fumigando le glebe umide sotto
la forza; e l’aria sana che del ghiotto
fungo e del timo e del ginepro odora;