Pagina:D'Annunzio - La beffa di Buccari, 1918.djvu/49

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PAGINE DEL DIARIO 35



11 febbraio 1918 — Nasce il nuovo giorno, con un numero di data caro alla mia superstizione. Navighiamo da quattordici ore. Teniamo da cinque ore le acque del nemico. Gli siamo entrati nella strozza, e poi nel profondo stomaco. Siamo un pugno d’uomini sopra tre brulotti disperati, soli, senza alcuna scorta, lontanissimi dalla nostra base, a una sessantina di miglia dalla più potente piazza marittima imperiale, a poche miglia dalle superate difese di Farasìna, a poche centinaia di metri dalle batterie di Porto Re, Un allarme, e andiamo in perdizione.

Bisogna che io costringa il mio spirito a questa realtà, per poter equilibrare sul filo teso del rischio la mia gioia silenziosa, tanto la notte sembra inoffensiva e amica.