Pagina:D'Annunzio - La figlia di Iorio.djvu/25

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Atto I. Scena II 19


Aligi
Io ho mietuto all’ombra del suo corpo
prima ch’io fossi cresimato in fronte,
quando il mio capo al fianco gli giungeva.
La prima volta mi tagliai la vena
qui dov’è il segno. Con le foglie trite
fu ristagnato il sangue che colava.
“Figlio Aligi„ mi disse “figlio Aligi,
lascia la falce e prenditi la mazza;
fatti pastore e va su la montagna„.
E fu guardato il suo comandamento.
Candia
FF
iglio, qual è la pena che t’accora?
Il sogno incubo forse ti fu sopra?
La tua parola è come quando annotta
e sul ciglio del fosso uno si siede
e non segue la via perché conosce
che arrivare non può dov’è il suo cuore,
quando annotta e l’avemaria non s’ode.
Aligi
Alla montagna debbo ritornare.
Madre, dov’è la mazza del pastore,
che giorno e notte sa le vie dell’erba?
Io l’abbia, quando viene il parentado,
che la veda com’io la lavorai.

La madre andrà a prendere la mazza poggiata in un canto, presso il focolare.